venerdì 24 agosto 2007

Una Diocesi a metà


Tra due giorni è San Secondo, nostro Santo Patrono (solo omonimo del Santo Patrono di Asti, ma Copatrono di Torino). L'avvicinarsi di questa ricorrenza mi ha indotto un riflessione: perchè abbiamo una Diocesi a metà?
Ufficialmente la Diocesi di Ventimiglia nasce nel VII secolo dopo Cristo, ma il Rossi ha elementi per attribuire la Sede Vescovile di Ventimiglia a San Barnaba in onore di Secondo presente nel 303 nella nostra Città. Quindi, sempre secondo il Rossi, già nella seconda matà del 300 Ventimiglia aveva un proprio Vescovo e la Sua sede sarebbe più antica di quelle di Savona, Albenga, Pavia e Piacenza.


Il 3 luglio 1975 la Diocesi diventa di Ventimiglia-Sanremo e la Basilica di San Siro diventa Cocattedrale.
Ho trovato in realtà altri casi simili, ma sempre per unire due Diocesi già esistenti, magari piccole e non per attribuire ad una Città una Diocesi che non aveva e neppure per dare la possibilità al Vescovo di stare in una Città che gli piace di più (questo sembra essere il giudizio del Vescovo reggente).
Il problema vero è che corriamo il rischio di perdere la Cattedrale, ho la sensazione che l'attribuire a Sanremo la Cocattredale sia stato un piede nella porta per spostare definitivamente la Cattedrale in terra matuziana. Nelle rare occasioni in cui si parla del Ponente Ligure la Diocesi viene già definita di Sanremo-Ventimiglia, così è anche scritto sul sito di Rinnovamento Nello Spirito Santo, senza contare che il Vescovo è più a Sanremo che Ventimiglia.
Ventimiglia non ha più il mercato dei fiori, ragioni più che evidenti spiegano il perchè, è un paccato, ma difficilmente si sarebbero potuti mantenere due mercati così vicini ed in questo caso è giusto che abbia vinto il più forte. Ma la Cattedrale? Dovrebbero essere motivazioni storico-culturali a mantenere la sede Vescovile là dove è nata e non dovrebbero esistere sirene politico-economiche ad attrarre la Sede Vescovile verso altri lidi.
Amen.

fotografia catturata sul sito www.alberghiventimiglia.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi pare che la Diocesi di Ventimiglia altro non faccia che seguire la storia di quella che fu la Contea.
La diocesi secoli fa si estendeva fino a Roquebrune, e comprendeva tutta la Val Roja.

Si sommano quindi due fattori: le revisioni successive dei confini tra Francia e Italia che riducono notevolmente l'estensione della diocesi, e lo spopolamento delle valli dell'entroterra dopo le due guerre, a beneficio più di Sanremo, Imperia e Nizza che non di Ventimiglia.

Inevitabilmente, è tutto il centro della vita sociale, economica e quindi anche religiosa del ponente ligue che si è sbilanciato nei secoli verso Sanremo.

Tra il serio e il faceto... Conosco un modo per risolvere tutto ciò e garantire (forse) la sopravvivenza alla diocesi di Ventimiglia e alla sua cattedrale: riprendiamoci Tenda e Briga! :D

Dico "forse" perché esiste comunque un rischio: conoscendo tendaschi e brigaschi, non escludo che questi ultimi pretendando di avere la sede vescovile nei loro rispettivi paesi! :p