lunedì 30 luglio 2007

Il Caffè della domenica mattina

Partiamo da lontano....Alla Marina San Giuseppe sono stato battezzato. Alla Marina San Giuseppe giravo con la mia automobilina a pedali. Alla Marina San Giuseppe stavo sulle spalle del mio bisnonno mentre mio nonno cuciva le reti da pesca. Alla Marina San Giuseppe raggiungevo la Schina d'Ase sulla schiena di mio padre. Alla Marina San Giuseppe i muscoli sugli scogli mi tagliavano i piedi e i "zin" me li pungevano. Alla Marina San Giuseppe ci vivevo, almeno d'estate, con i miei genitori, i miei cugini, gli zii e i nonni. Un po' a casa dei nonni, un po' nella "casetta", dove ora c'è il Circolo Velico. Poi Pascalin se ne è andato, troppo presto, poi è arrivato lo sfratto a mia nonna, poi ai miei. Ci siamo trasferiti tutti a Nervia, ma casa è sempre là, alla Marina. Forse sono pazzo, ma quando ho avuto la macchina nuova i suoi primi metri in Ventimiglia sono stati quelli che vanno dalla galleria degli Scoglietti a Porta Marina, quando sono particolarmente triste o particolarmente contento faccio sempre quei soliti metri. Quando voglio sentirmi davvero a casa devo andare là, alla Marina San Giuseppe. La Marina è cambiata tanto, la casa dei nonni è la casa di altri, la campagna del Nonno chissà chi la lavora, il fico di Zio Enzo ha lasciato il posto ad un gazebo, la spiaggia si è riempita di moli e se vuoi scorgere la Schina d'Ase devi cercarla tra anonimi scogli, Giuseppe, lo stabilimento, non ha più l'aspetto di quando ero bambino. Una cosa era rimasta immobile e mi piaceva per quello, Vito. Vito con sua moglie, Vito con le tazzine bianche con le conchiglie, Vito con i gelati elencati a memoria, Vito con lo sguardo un po' severo. Posto non proprio tra i più ospitali, ma straordinario, se ne hai l'abitudine sin da piccolo. Vito ha ceduto, venduto, anche quel bar-monumento cambierà, il caffè della domenica mattina non avrà più lo stesso sapore.
La Marina è sempre meno la Marina, ma per me, per noi, sarà sempre Lei e il magone di domenica scorsa destinato a passare velocemente.
Buona pensione, Vito.

5 commenti:

Il Don ha detto...

Mi sa che hai ragione...

nemochiaravalle ha detto...

Quella Marina,vera frontiera della nostra esistenza,cambia ancora,ma che dovessimo rimpiangere " Vito" non avrei mai potuto immaginarlo!!Eppure è così.Speriamo, almeno in una continuazione, delle nostre frequentazioni, che rimangono (con quella delle le Pie Donne)il baluardo della tradizione domenicale! sic.

Il Don ha detto...

E' proprio così, pensa se un giorno ci sorprendessimo a rimpiangere anche Wilma e non solo Vito, sarebbe il massimo!
Sono convinto che un bar lo facciano anche i clienti, non solo il gestore e, credo, che un tavolo per noi alla domenica mattina ci sarà sempre.
Mi sono reso conto che domenica scorsa non ti ho neppure detto grazie per il caffè. Lo faccio ora. Avresti mai pensato di ricevere un ringraziamento tramite blog?
A presto

blubirra ha detto...

ciao don
leggo volentieri che ci sono persone che si straziano per l'avvenuta vendita del mitico bar VITO alla marina s.giuseppe ,anche io sono molto sconsolato , ma spero pero' che tutto quello che ci ha abituato il buon Vito rimanga , mi spiego meglio, non vorrei mai essere privato del suo modo di elencare le prelibatezze da lui sfornate nel mitico forno posto nel laboratorio di pasticceria e cucina d'alta scuola . del suo modo gentile e garbato che ci ha accompagnato in tutti questi anni !!! che i nuovi proprietari siano almeno alla sua altezza . che non ci privino del fantastico dheors ( datato come il bar ) della splendida mouquette verde prato , che non vengano cambiate le favolose poltroncine .
potrei andare avanti ancora per molto , ma a me piace ricordarmi del bar Vito cosi' con tutti i suoi pregi e difetti ma sopratutto mi piace ricordare i momenti belli e non passati li al bar VITO con gli AMICI .
ciao don

Anonimo ha detto...

Apprendo ora con grande amarezza che Vito ,commercialmente parlando,non esiste piu'!
Non era certo un simpaticone ma quel bar con lui era rimasto l'ultimo simbolo degli anni 70/80!
Veramente peccato